Canalini Ercole Marmi opera nel settore della lavorazione del marmo a Carrara dal 1958.
Grazie all’avvicendarsi di ben tre generazioni, l’azienda ha accumulato grande esperienza nella progettazione e realizzazione di qualsiasi opera dove il marmo è protagonista: sculture classiche e moderne, lavandini in massello per bagni e cucine, pavimenti e rivestimenti di qualsiasi forma e misura, caminetti, colonne, vasi, lampade, oggetti ed elementi d’arredo per ogni stile e per ogni ambiente.

Tutte le nostre lavorazioni, dal piccolo oggetto alla realizzazione architettonica, sono personalizzate sulle specifiche richieste che riceviamo e le esigenze che ci vengono trasmesse: a volte le opere nascono dalla nostra fantasia, altre volte dalla riproduzione minuziosa dei disegni o bozzetti che ci forniscono i clienti.

A supporto delle vostre idee, mettiamo sempre e comunque la nostra consulenza professionale, che può aiutarvi a fare la miglior scelta di marmi per interni e per esterni, per ottenere il progetto che sognate.

Nel nostro laboratorio commercializziamo e lavoriamo lastre di marmi molto speciali, estratti a Carrara.
Talvolta, data la vicinanza alle Cave apuane, abbiamo la fortuna di acquistare blocchi davvero unici sia per la colorazione che per la variegatura delle macchie.

Da noi sono inoltre disponibili in vendita blocchi grezzi, di varie dimensioni e tipologie.


Bruno Canalini racconta Canalini Marmi

“La storia di Canalini Marmi è la storia del talento di mio padre Ercole, giovane artigiano del marmo, e di suo padre, mio nonno Bruno, che ha creduto in quel talento.

Era il 1954 quando le doti artistiche di papà – allora appena quindicenne – furono notate per la prima volta alla scuola del marmo di Carrara, dal suo professore di Arti plastiche: il professor Ciardelli vedeva in lui un grande potenziale, tanto da portarlo spesso con sé nel doposcuola a disegnare alla casa di riposo della città, dove il giovane ritraeva gli anziani ospiti. 

A babbo Ercole piaceva immortalare nella mente e riprodurre anche i minimi dettagli dei soggetti, tanto che nel tempo libero si divertiva a disegnare piccoli insetti sulle pareti di casa, talmente precisi da sembrare veri e far confondere nonna Libera.

Il suo professore continuò a sostenerlo per tutti gli anni della scuola fino a che – terminato il ciclo di studi – volle incontrare mio nonno Bruno per parlare insieme di quelle doti artistiche tanto spiccate del figlio e di quanto sarebbe stato importante coltivarle in un vero e proprio laboratorio di scultura.

Ai tempi, nonno Bruno lavorava come “capo scarpellino” in un rinomato laboratorio a Carrara. Veniva da una famiglia contadina molto povera: vivevano - assieme alla nonna Libera e la sorella di mio padre Rita - in una casa che gli era stata data in cambio della gestione della vigna e dei terreni circostanti come mezzadro.

Ma nonostante tutto scelse di rischiare e seguire il consiglio del professore: provare ad aprire una sua attività, dove avrebbe potuto permettere al babbo di utilizzare liberamente fogli e matite, scalpelli e gradine per esprimere tutto il suo talento. 

Non sarebbe stato facile, ma mio nonno corse il rischio: riuscì inizialmente a trovare un piccolo fondo nel centro di Carrara e con il figlio cominciò subito la nuova attività.

La dea Minerva portò fortuna al babbo e al nonno: fu la prima scultura che realizzarono su commissione, con un risultato che portò a un risvolto inaspettato per loro.
La statua piacque infatti talmente tanto da conquistare anche uno dei più importanti commercianti di marmo di Carrara del tempo, che propose loro di scolpire una serie di opere d’arte sacra per il mercato di Hong Kong.  


Il piccolo laboratorio non bastava più, perciò Bruno e Ercole si spostarono alla ricerca di un fondo più grande: lì - grazie a molto sacrificio e all’ottenimento di un mutuo “degli artigiani” - poterono allestire un piccolo fabbricato e acquistare i loro primi rudimentali utensili per tagliare il marmo (filo elicoidale) e sollevarlo (il cosiddetto “Martino”). Pensate che nonno Bruno, non possedendo denaro, acquistò il compressore dell'aria - fondamentale per la lavorazione del marmo - in cambio del vino che produceva come mezzadro.

Da quel momento partì tutta la nostra attività artigiana e artistica, che ho scelto di portare avanti oggi, grazie alla passione che ho ereditato dal babbo, gli studi intrapresi e tutto il sapere che lui e il nonno mi hanno tramandato nel tempo.

Dal 1958 ad oggi il lavoro è cresciuto, la tecnologia si è evoluta, il laboratorio si è ingrandito nel tempo abbiamo portato a casa tanti riconoscimenti e soddisfazioni, anche a livello internazionale: tanti artisti di fama mondiale sono passati da qui, molti continuano a collaborare con noi e ogni giorno, anche grazie a loro, ci aiutano a portare il nome Canalini Marmi e la lunga e importante eredità di papà Ercole e nonno Bruno in giro per il mondo.”